1980 - 1985 : LINEE DI SVILUPPO

 

 

 

 

Nel 1980, Bussana Vecchia era ormai cambiata in molti modi. Il numero dei residenti, più o meno permanenti, era tra le cento e le centocinquanta unità. Un certo numero di membri originari, aveva venduto o ceduto il proprio spazio a gente che aveva un minimo o nessun retroterra artistico e l' incremento del turismo aveva stimolato pensieri di facili guadagni soprattutto in estate. Cio' favori' la venuta di un altro tipo di persone che trovarono degli spazi in affitto all' interno del villaggio da usare come negozi, gallerie e seconde case, cambiando cosi' la qualità del lavoro in esposizione.

 

 

Durante gli anni '80, il Consiglio Comunale di San Remo incomincio' a mostrare interesse per Bussana Vecchia commissionando un rilievo di fatto del centro storico del borgo. Gli abitanti che, all' epoca, non avevano alcuna struttura rappresentativa del gruppo, formarono la N.C.I.A. - Nuova Comunità Internazionale Artisti - la cui funzione era quella di rappresentare Bussana Vecchia in qualsiasi questione riguardante il suo futuro sviluppo. Nel 1982, l' N.C.I.A. divenne un' associazione legale.

 

. Il Consiglio Comunale di San Remo, non sentendosi in grado di affrontare " l' enigma Bussana Vecchia ", lancio' l' idea di un bando di concorso internazionale per la ristrutturazione del borgo medievale il 29 Ottobre 1982. Nell' incontro del 3 Novembre 1982 con il Consiglio Comunale, fu formata una commissione speciale che comprendeva due consiglieri di San Remo, un abitante di Bussana Nuova e tre di Bussana Vecchia; il loro incarico era quello di redigere una relazione sulle aree di maggior interesse architettonico all' interno del villaggio.

 

 

Anche se si trattava di una relazione ufficiale, non c' era alcuna garanzia su quando il lavoro sarebbe stato eseguito. Il regolamento del bando di concorso internazionale fu redatto il 1 Luglio 1983. Verso la fine del 1983, un certo numero di abitanti furono in grado di provare che le loro case erano state occupate per oltre venti anni e quindi fecero una dichiarazione legale in questo senso. Questo puo' essere considerato il primo passo verso il possesso legale del territorio.

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel Gennaio del 1984, l' Intendenza di Finanza fece un emendamento riguardante la ditta catastale, affermando che le rovine di Bussana Vecchia erano state erroneamente accatastate come ancora proprietà degli abitanti del comune di Bussana e che, da quel momento in poi, sarebbero state registrate come proprietà dello stato.

 

La formazione, nell' Agosto del 1985, di un nuovo gruppo denominato Laboratorio Aperto, illustra un differente tipo di tendenza al villaggio, quella di stimolare semplicemente l' immaginazione e di produrre oggetti o eventi per controbilanciare il generale andamento ormai evidente di produzione di artefatti di carattere più commerciale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1981 - 2000 : LINEE DI SVILUPPO

 

 

 

 

Gli abitanti di Bussana Vecchia sono stati costretti ad impiegare troppo tempo ed energie nel difendersi da attacchi burocratici piuttosto che dedicarsi al lavoro creativo, ragione per cui erano qui giunti. Inoltre dovrebbe essere tenuto a mente che scegliere di vivere a Bussana Vecchia richiedeva un grande sacrificio e non pochi disagi di tipo materiale.

La creazione delle due organizzazioni, N.C.I.A. e Laboratorio Aperto, avevano lo scopo di far funzionare strutture al cui interno si potesse elaborare una linea di difesa legale ed allo stesso tempo lavorare per la conservazione e lo sviluppo delle attività basate sull' arte, l' artigianato e la ricerca. Entrambe furono efficaci per un certo numero di anni, ma gli infiniti incontri necessari al discutere sul da farsi, consumavano talmente il tempo a disposizione che nacque cosi' il conflitto tra il difendersi ed il trovare l' effettivo tempo per lavorare.

 

Per necessità la gente scelse di impiegare il proprio tempo più nell' organizzazione del lavoro individuale, che in quella del lavoro collettivo e della difesa. Alcuni non erano in grado di richiedere la procedura di usucapione e furono portati a credere in un accordo con le autorità. Altri, scoraggiati dal continuo azzuffarsi in sede legale e orripilati dall' esponenzialità dei costi che non potevano più sostenere, rinunciarono.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per la prima volta, gli abitanti si ritrovarono divisi a combattere per le proprie case da individuo contro lo stato. Per noi, il progetto vincente sarà quello che includerà la nostra attuale esperienza al momento di interpretare la storia di Bussana Vecchia. Il villaggio non é rimasto " congelato ", ma rivive attraverso l' immaginazione e l' esperienza di artisti giovani e meno giovani provenienti da paesi e culture diverse, che qui hanno trovato un modo per esprimere le proprie idee di abitazione e di lavoro creativo in un cantiere-laboratorio permanente di autocostruzione, non condizionate dall' interpretazione di esperti o dalle esigenze del mercato immobiliare.

Abbiamo costruito i nostri spazi individuali all' interno di una strutura collettiva che é il villaggio stesso ed il suo impianto urbano modificato nella sua maglia dal terremoto del 1887. Il sisma, ad un secolo di distanza, ha reso possibile una trasformazione del borgo a noi funzionale. Un ' esperienza di appropriazione dello spazio e del territorio che non ha analogo riscontro, per quantità e qualità, nel fenomeno dell' autocostruzione in Italia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Immaginiamo un futuro che ci permetta di vedere strutture operative che ci aiutino a mostrare il nostro lavoro nell' ambito musicale, teatrale, della pittura, scultura e ceramica, della grafica, poesia e oreficeria confrontandolo con il lavoro di artisti ed artigiani esterni che, insieme a noi, possano usufruire del progetto.
Spazi dove il nostro lavoro di ricerca possa essere comunicato a quel vasto flusso di visitatori che tendono ad interpretare gli abitanti come un divertente anacronismo folkloristico degli anni '60, piuttosto che una presenza creativa di costruttori ed artisti artigiani, il cui lavoro deve, alla fine, trovare una collocazione all' interno del piano particolareggiato di questa regione come espressione della nostra storia collettiva ed individuale della nostra abilità nel recuperare edifici abbandonati e nella nostra volontà di tradurre questa storia in volumi e spazi dove abitare e lavorare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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